"A tarda notte ero ritornato a casa e invece che coricarmi m'ero recato nel mio studio ove avevo acceso il gas".
Entrambi i riferimenti all'utilizzo del gas come fonte di illuminazione sono riscontrabili nel capitolo cinque intitolato "La storia del mio matrimonio" in cui Zeno racconta gli sforzi da lui perseguiti per ingraziarsi la bella Ada, figlia dell'amico Giovanni Malfenti (di cui ho già parlato nel post precedente) ma che culminano tuttavia nel matrimonio con un'altra delle quattro figlie dell'imprenditore ovvero Augusta, assai meno piacente della sorella ma sicuramente innamorata di Cosini.
Un ulteriore riferimento all'illuminazione a gas lo troviamo più in là con la lettura in particolare nel capitolo sette "Un' associazione", più precisamente:
"Aprimmo l'ufficio; poi, a tastoni nell'oscurità, trovammo la via alla nostra stanza e raggiungemmo il gas per accenderlo"
L'illuminazione a gas è una tecnologia che produce luce da un combustibile gassoso come l'idrogeno, il metano, il monossido di carbonio, il propano, il butano, l'acetilene o l'etilene.
Prima che l'elettricità fosse sufficientemente diffusa ed economica per consentire un uso pubblico generale, il gas era la tecnica più popolare di illuminazione nella città e nei sobborghi.
Originariamente le lampade a gas dovevano essere accese manualmente, ma presto furono adottate lampade ad accensione automatica.
L'illuminazione a gas è oggi tipicamente usata per il campeggio, per produrre una luce intensa e di lunga durata in modo economico e senza ricorrere ad apparecchi complessi. (da Wikipedia).
Per maggiori informazioni lascio come di consuetudine dei link:
http://it.wikipedia.org/wiki/Illuminazione_a_gas
http://www.hevelius.it/webzine/leggi.php?codice=122
A presto!
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