"Perciò, per provare, accendo un'ultima sigaretta e forse la getterò via subito, disgustato".
"Ma allora io non sapevo se amavo o odiavo la sigaretta e il suo sapore e lo stato in cui la nicotina mi metteva".
"Accesi una sigaretta e mi senti subito liberato".
"Finii tutta la sigaretta con l'accuratezza con cui si compie un voto".
"Era un'ultima sigaretta molto importante".
"Quell'ultima sigaretta significava proprio il desiderio di attività e di sereno pensiero sobrio e sodo".
Questi sono solo alcuni dei numerosissimi riferimenti alle sigarette riscontrabili nel libro in esame; ricordo ai lettori infatti che Zeno, accanito fumatore, dedica un intero capitolo delle sue memorie al vizio del fumo.
La nascita della sigaretta è controversa. Fu, forse, inventata dai soldati musulmani che, durante l'assedio di San Giovanni d'Acri (nell'odierno Israele) del 1831-2, pare sostituissero al narghilè i tubetti di carta svuotati della polvere da sparo con del tabacco sminuzzato manualmente. Altri ne attribuiscono l'invenzione ad alcuni soldati inglesi, sbarcati sempre a San Giovanni d'Acri nel 1840 in seguito all'azione militare contro l'Egitto.
Nel 1885 James Buchanan Duke iniziò la produzione e la commercializzazione delle moderne sigarette prodotte industrialmente.
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