"Mercé la matita che ho in mano, resto desto, oggi. Vedo, intravvedo delle immagini bizzarre che non possono avere nessuna relazione col mio passato: una locomotiva che sbuffa su una salita trascinando delle innumerevoli vetture; chissà donde venga e dove vada e perché sia ora capitata qui!".
Questa frase è tratta dal preambolo del libro, in cui Zeno tenta di rievocare e successivamente organizzare i ricordi che dovranno essere raccolti nel memoriale indirizzato al dottor S.
Risulta fondamentale ai fini del blog porre l'accento iniziale sul riferimento alla locomotiva; Zeno nel tentativo di far riaffiorare i primi momenti della sua infanzia riesce solo ad avere nitida nella mente l'immagine di una locomotiva che trascina altri mezzi.
Un secondo riferimento a questo mezzo di trasporto è riscontrabile nel capitolo in cui Zeno racconta del malore avuto da padre con la conseguente visita del dottor Coprovich.
Il protagonista, in particolare, paragona l'asmatico e boccheggiante respiro del padre ad una “locomotiva che trascina una sequela di vagoni per un’erta”. È quindi immediato creare un collegamento tra i due episodi; il legame di Zeno col padre è tale da essere il primo pensiero che emerge durante il suo processo di autoanalisi.
La locomotiva è il rotabile ferroviario munito di motore che viene usato per il traino di un treno e che fece la sua prima apparizione durante gli anni della Rivoluzione Industriale grazie all'inventore inglese Richard Trevithick, che nel febbraio 1804 costruì la prima locomotiva a vapore funzionante per la miniera di Pennydarren nel Galles.
La locomotiva a vapore è quella macchina che serve a trainare veicoli per trasporto di merci o di viaggiatori sulle strade ferrate che utilizza per la propulsione un motore a vapore. La base teorica del funzionamento del motore a vapore è la termodinamica che ha avuto come primo oggetto di studio proprio il motore a vapore nelle sue diverse applicazioni.
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