lunedì 30 giugno 2014

Indice del Blog

Cari lettori, questo sarà l'ultimo post del blog.
Come sapete nel corso di questo percorso ho analizzato "La Coscienza di Zeno" capolavoro di Italo Svevo.
I primi post sono stati dedicati ad una breve introduzione e alla contestualizzazione storica e letteraria del romanzo. Ho inoltre inserito un post nel quale mostravo a voi visitatori il frontespizio della prima edizione dell'opera.
I primi riferimenti alla tecnologia e alla modernità che ho trovato nell'opera riguardavano:

In seguito ho riscontrato nuovi riferimenti riguardanti:

Procedendo con la lettura l'elenco si è allungato ulteriormente:


Infine il blog è terminato con un abbecedario che riportava questi riferimenti in ordine alfabetico.
Spero tanto che il mio lavoro vi sia piaciuto, alla prossima!

Abbecedario

A Autovettura, Automobile, Autoanalisi
B  Barca
C Cavallo, Commercio, Campanello, Carbone
D Denaro
E Elettroshock, Elettricità,
F Ferro, Fabbrica
G Giornale, Gas
H  Haute Societe
I  Illuminazione a Gas
L Lampadina, Lampada a petrolio, Locomotiva
M Macchine
N Naftalina
P Piroscafo, Pianoforte, Porcellana, Petrolio
O Orologio, Ospedale, Occhiali
Q Quotidiano
Ricordo
S Stufa, Stazioni, Seta, Sigaro, Sigaretta, Specchio
T Telaio, Treno, Tram
V Vetturino, Vettura, Violino
Z  Zeno, Zucchero

Vetturino

"Mi legai d'amicizia con un vetturino..."
"Fra me e il vetturino c'era evidentemente qualche punto di contatto".
"Il vetturino avendo avuto da me tanto denaro , mi fece vedere come il vino gli attaccasse qualche volta la testa..."

Il vetturino era il conducente di una vettura a cavalli di servizio pubblico.

Ospedale

"Andava allora all'ospedale e, guarito ne veniva congedato con molte raccomandazioni".

Nell'Europa continentale i nuovi ospedali furono solitamente costruiti e mantenuti grazie a fondi pubblici. Verso la metà del XIX secolo, in gran parte dell'Europa e degli Stati Uniti erano già stati stabiliti numerosi sistemi ospedalieri, pubblici e privati. Negli Stati Uniti l'ospedale tradizionale è una struttura non profit, di solito finanziata da una organizzazione di stampo religioso. Una delle prime esperienze, ancor prima della nascita degli stessi Stati Uniti, fu quella iniziata da William Penn a Filadelfia nel 1713. Grazie al loro scopo caritatevole, a tali ospedali non era richiesto di versare tasse e contributi statali in cambio dell'erogazione di un pur minimo servizio medico assistenziale per la popolazione. A questi si aggiunsero grandi ospedali pubblici nelle maggiori città, e le scuole mediche delle università presto si affiliarono ai primi ospedali che svolgevano opera di ricerca scientifica.
Il sorgere di grandi catene ospedaliere a fini di lucro è un fenomeno del tardo XX secolo. In Italia la struttura ospedaliera e le unità territoriali di assistenza sociale e sanitaria (ASL) diventano azienda nel 1992.

Commercio

"Anche Guido aveva studiato il commercio in Inghilterra ne aveva riportato le nozioni utili"
"..è tanto vero che talvolta in commercio fu ben deciso a non far nulla".
"Le prime sigaretta che io fumai non esistono più in commercio".
"Nell'incapacità al commercio v'era una somiglianza fra di noi, ma non ve ne erano altre".

Il commercio, in economia, ovvero lo scambio in forma di acquisto e/o vendita di beni valutari o di consumo, mobili o immobili, e di servizi su un mercato in cambio di moneta, è una delle attività principali su cui, da sempre, si fonda il sistema economico.

Ferro

"Fu come di dovere fornita da una magnifica cassa di ferro e del cancello tradizionale".

A livello industriale si riesce ad ottenere ferro con una purezza che si avvicina al 100%, tale prodotto viene poi utilizzato per essere legato ad altri elementi chimici per ottenere leghe dalle più diverse caratteristiche.
Estremamente importante nella tecnologia per le sue caratteristiche meccaniche, la sua lavorabilità, in passato fu tanto importante da dare il nome ad un intero periodo storico, l'età del ferro.

Cavallo

"Corse la sua via come un cavallo spaventato"
"Il cavallo si ingrandì e trasformò il suo piede".

Intorno al 1500 a.C. l’uomo iniziò a montare a cavallo in tutte le aree dove era stato addomesticato, anche se ancora i nostri antenati cavalieri non sapevano che cosa era la sella. In poco tempo i cavalli divennero il mezzo di trasporto più importante e gli eserciti li utilizzavano anche per andare in guerra anche se nel momento del combattimento utilizzavano ancora i carri.

Sigaro

"Sono quasi sicuro di aver lasciato mezz'ora fa su quell'armadio un mezzo sigaro..."
"Quando il dottore mi lasciò, mio padre con tanto di sigaro in bocca restò ancora a farmi compagnia".
"Mio padre andava e veniva con il sigaro in bocca..."
"...trasse subito dalla tasca un grosso sigaro che accese e fumò con grande voluttà".
"Vi ficcò un mozzicone di sigaro..."

Il sigaro è un cilindro di foglie di tabacco seccate, fermentate e arrotolate, che può essere fumato.
È assai probabile che le prime piante di tabacco siano state scoperte dai primi europei nell'isola di Santo Domingo, ma la pianta era presente un po' in tutto l'arcipelago caraibico. Il tabacco usato per i sigari viene coltivato in quantità significative in nazioni come il Brasile, il Camerun, Cuba, la Repubblica Domenicana, Honduras, Indonesia, Messico, Nicaragua e negli Stati Uniti.

Piroscafo

"Ada, dalla tolda del piroscafo, salutava agitando il suo fazzoletto".

Il piroscafo definito anche come nave a vapore, vapore o vaporetto, è un mezzo di trasporto usato
nel XIX secolo per navigare utilizzando appunto la propulsione a vapore. Inizialmente era mosso da grandi ruote a pale laterali.

domenica 29 giugno 2014

Seta

"Mio padre era in mezza alla stanza in piedi, vestito della sola biancheria, con in testa il suo berretto da notte di seta rossa".
"Ada su un fazzoletto di seta che teneva libero in mano..."

La seta è una fibra proteica di un animale con la quale si possono ottenere tessuti tendenzialmente pregiati. La seta viene prodotta da alcuni insetti dell'ordine dei lepidotteri oppure dai ragni. La seta utilizzata per realizzare tessuti si ottiene dal bozzolo prodotto da bachi da seta, nella maggior parte appartenenti alla specie Bombyx mori. A volte vengono utilizzate anche alcune specie della famiglia Saturniidae.
La crescente domanda per i prodotti in seta ha reso questa fibra una delle merci più importanti per il commercio internazionale fino a raggiungere l'industrializzazione della sua produzione

Giornali e Quotidiani

"Dopo cena inforcai gli occhiali e finsi lungamente di leggere il giornale".
"Infatti trovai il mastro ed anche il giornale al punto ove li avevo lasciati".

"Non sa però leggere un giornale!"
"Invece io quando leggo un giornale, mi sento trasformato in opinione pubblica..."
"Seppimo della sua morte da una breve notizia sul giornale".
"...avendo io preso da lui un solo giornale e tenendone molti sottobraccio".

I primi giornali furono stampati su fogli grossolani, grigi; i caratteri restavano impressi con rilievo forte e, inoltre, con rigonfiamento della carta intorno. Occorse molto tempo prima che i giornali venissero stampati su entrambe le facciate.
Il primo quotidiano fu la Einkommende Zeitungen, che aveva come sottotitolo: Resoconto degli affari di guerra e del mondo. Fondata nel 1650 a Lipsia dal libraio Timothäus Ritzsch come settimanale, passò alle uscite quotidiane nel 1660.
Il primo giornale con un'impaginazione a colonne, come i giornali moderni, fu l'Oxford Gazette (poi London Gazette) nel 1665.
Il giornale più antico tuttora esistente è la Gazzetta di Mantova, fondata nel 1664.

Occhiali

"Fissava in faccia i suoi interlocutori ora traverso gli occhiali ed ora al di sopra di essi concluse con un urlo".
"Giovanni mi guardava di tempo in tempo al di sopra degli occhiali..."
"Per capriccio avevo comprato degli occhiali leggerissima da presbite..."
"Lentamente si levò gli occhiali..."
"Poi ero andato a prendere gli occhiali che l'oculista aveva prescritto".
"Dopo cena inforcai gli occhiali e finsi lungamente di leggere il giornale".

L'applicazione razionale di questo ausilio si deve a Franciscus Donders, oftalmologo olandese, che per primo prescrisse lenti con potere corrispondente alla correzione del difetto visivo.
La prima industrializzazione dell'occhiale, in Italia, avvenne nel 1878 per opera di Angelo Frescura che aprì la fabbrica a Calalzo di Cadore, dando inizio a quello che è diventato il distretto industriale dell'occhiale.

Porcellana

" ...pittore delicatissimo, che quando ritratta delle donne belle pensa intensamente anche a qualche altra bella cosa per esempio a della porcellana finissima".
"Conservano qualche cosa della frutta, dei fiori e della porcellana da cui furono vestite".

Le prime testimonianze dell'esistenza della porcellana arrivano tramite gli scritti di Marco Polo, nel XIII secolo.
Tuttavia la sua composizione rimase un mistero a lungo. Venne definita oro bianco e divenne un prodotto di altissimo lusso.
Gli Olandesi riuscirono a stabilire accordi commerciali per importare la porcellana cinese a partire dal 1500 e in seguito ne detennero il monopolio.
Nel XVI secolo l'importazione della porcellana cinese e il relativo commercio divennero di norma in Europa, fortemente incentivati dall'estendersi dell'uso di bevande in tazza: tè, caffè, cacao.

Pianoforte

"Stabilì esattamente quante ore al giorno Carla dovesse sedere al pianoforte".
"Portai talvolta il mio violino e passai qualche poco di musica con Augusta la solo in quella casa che suonasse il piano".
"Ma alla minaccia, la mia umile serva si recò con gli occhi bassi a sedere al pianoforte".

"Lassù continuavano a ad echeggiare le note del 'Saluto' su quel pianoforte che io avevo pagato".

I primi "pianoforti verticali" furono creati forse nel 1780 da Johann Schmidt di Salisburgo e nel 1789 da William Southwell di Dublino.
Nel 1861 i torinesi Luigi Caldera e Ludovico Montù inventarono il melopiano, ovvero un pianoforte dotato di motore con carica a manovella.
I costruttori francesi più famosi furono Sébastien Érard e Ignace Pleyel, i più grandi produttori di pianoforti dell'Ottocento.
All'inizio del XX secolo la Steinway & Sons di New York brevettò il pianoforte con il telaio in ghisa e divenne il maggior produttore mondiale di pianoforti di qualità.

Violino

"Portai talvolta il mio violino e passai qualche poco di musica con Augusta la solo in quella casa che suonasse".
"...col pretesto vero di non aver toccato il violino da troppo tempo".
"Finsi più volte di aver dimenticato il violino a casa".
"Si presenta quale un dilettante del violino solo perché ha tanti di quei denari che non si degna di farne la sua professione".
"Quel bel giovanotto sapeva anche suonare il violino?"
"...che Guido non fosse altro che un tartassatore del violino".
"Avevo portato il violino in quella casa non per conquistare col mio suono il cuore della gente..."

La forma esterna del violino non è cambiata dal XVII secolo ad oggi, ma almeno fino alla fine del XIX si sono modificate alcune caratteristiche costruttive secondarie in funzione della musica che vi veniva eseguita. Gli strumenti costruiti prima del 1800 sono stati quasi tutti modificati secondo le nuove esigenze, quindi oggi tutti i migliori strumenti antichi sono molto lontani dallo stato originale. Vi è tuttavia un movimento di interpretazione della musica del passato secondo la prassi esecutiva dell'epoca che utilizza strumenti costruiti tra il XVI ed il XVIII secolo rimessi nella ipotetica condizione d'origine, o eventualmente copie di strumenti dell'epoca. Il violino che presenta tali caratteristiche è comunemente detto violino barocco.

Campanello

"Giunto alla mia villa suonai furiosamente il campanello"
"Suonò il campanello e nello stesso tempo chiamò Maria con la voce"
"V'era ancora la possibilità di ritornare a quella porta che avevo chiuso dietro di me, suonare il campanello e domandare di poter dire ad Ada quelle parole ch'essa sulla sua mano aveva cercato invano?"

Il campanello fu inventato dal fisico Joseph Henry nel 1831.
Il campanello elettrico è un dispositivo elettromeccanico utilizzato per richiamare l’attenzione su uno specifico evento. Il campanello elettrico posto sulle porte delle abitazioni è un tipico esempio del suo utilizzo così come lo è la “campanella” nelle scuole.

Sigaretta

"Perciò, per provare, accendo un'ultima sigaretta e forse la getterò via subito, disgustato".
"Ma allora io non sapevo se amavo o odiavo la sigaretta e il suo sapore e lo stato in cui la nicotina mi metteva".
"Accesi una sigaretta e mi senti subito liberato".
"Finii tutta la sigaretta con l'accuratezza con cui si compie un voto".
"Era un'ultima sigaretta molto importante".
"Quell'ultima sigaretta significava proprio il desiderio di attività e di sereno pensiero sobrio e sodo".

Questi sono solo alcuni dei numerosissimi riferimenti alle sigarette riscontrabili nel libro in esame; ricordo ai lettori infatti che Zeno, accanito fumatore, dedica un intero capitolo delle sue memorie al vizio del fumo.

La nascita della sigaretta è controversa. Fu, forse, inventata dai soldati musulmani che, durante l'assedio di San Giovanni d'Acri (nell'odierno Israele) del 1831-2, pare sostituissero al narghilè i tubetti di carta svuotati della polvere da sparo con del tabacco sminuzzato manualmente. Altri ne attribuiscono l'invenzione ad alcuni soldati inglesi, sbarcati sempre a San Giovanni d'Acri nel 1840 in seguito all'azione militare contro l'Egitto.
Nel 1885 James Buchanan Duke iniziò la produzione e la commercializzazione delle moderne sigarette prodotte industrialmente.

Specchio

"Quel giorno, passando dal letto alla poltrona, si fermò dinanzi allo specchio"
"Zoppicai di nuovo verso Guido. Giunto accanto a lui guardandomi in uno specchio, accesi una sigaretta".
"Nello specchio mi vidi molto pallido..."
"...sapeva che in una stanza mancava uno specchio".
"La salute non analizza se stessa e neppur si guarda allo specchio".

Uno specchio è una superficie riflettente sufficientemente lucida da permettere la riflessione di immagini. Con la Rivoluzione industriale e la diffusione di nuovi materiali, la produzione degli specchi aumentò.

Carbone

"Sul focolare, sotto ad una pentola, ardeva un modesta mucchio di carbone".

Il carbone (o carbon fossile) è un combustibile fossile o roccia sedimentaria estratto da miniere sotterranee o a cielo aperto o prodotto artificialmente.
L'inizio del suo massiccio sfruttamento è spesso associato alla Rivoluzione Industriale, ancor oggi il carbone rimane un combustibile assolutamente importante, e un quarto dell'elettricità di tutto il mondo viene prodotta usando il carbone. Negli Stati Uniti circa la metà dell'elettricità è generata dal carbone. In Italia la quota è del 17%. In passato era utilizzato anche per alimentare alcuni mezzi di trasporto - quali le locomotive e le navi a vapore - e per riscaldamento degli edifici.

https://it.wikipedia.org/wiki/Carbone

Naftalina

" ...mentre metteva apposto le nostre cosa in un'atmosfera di canfora e naftalina"
"Adesso che noi due parliamo, essa ha i polmoni inquinati dalla canfora e dalla naftalina".

Il naftalene, commercialmente noto anche come naftalina, è un idrocarburo aromatico polinucleato, o policiclico (IPA).
Si ottiene per distillazione dal catrame, dal carbone e dal petrolio. Oltre all'impiego nell'industria chimica principalmente come materia prima per la sintesi dell'anidride ftalica e di coloranti (Acido H), trova uso domestico anche come insetticida, specialmente contro le tarme. In passato è stato utilizzato come combustibile nel campo automobilistico e ferroviario.

Per ulteriori informazioni visitare la seguente pagina:
http://it.wikipedia.org/wiki/Naftalene

Ampliamento del precedente post "Treni e Stazioni"

"A forza di sentirmelo dire, io mi rassegnai e mi avviai verso Gorizia pensando di prendere il treno del mezzodì per recarmi a Trieste".
"Il treno camminò bene fino oltre Monfalcone".
"Il mio treno si era fermato in mezzo alla cosiddetta Sassonia di Trieste".

Procedendo con la lettura ho riscontrato nei capitoli a seguire nuovi riferimenti al mondo dei treni e delle stazioni e ho quindi pensato di aggiungerli al blog in modo tale da avere una panoramica più completa.

A presto!

Stufa

"Trovai Augusta che m'aspettava e che batteva i denti dal freddo avendo trascurata la stufa".

La stufa è un apparecchio di ghisa, ceramica, acciaio o altro materiale usato per il riscaldamento degli ambienti domestici. Ne esistono moltissimi modelli, nei quali vengono utilizzati vari tipi di combustibile per alimentare la fiamma.
In generale possiede un'efficienza di riscaldamento superiore al camino standard in quanto possiede una superficie maggiore esposta al contatto con l'aria dell'ambiente da riscaldare riscaldandolo direttamente per convezione oltre che per irraggiamento.
Per ulteriori informazioni vai al link:
http://it.wikipedia.org/wiki/Stufa

A presto!

Lampadina

"Persino per il violino fu provveduto un leggìo con la sua brava lampadina che illuminava la musica senza ferire gli occhi".
 La citazione è nuovamente tratta dal capitolo "La moglie e l'amante"; a seguire il link per approfondimenti:
http://it.wikipedia.org/wiki/Lampadina

lunedì 16 giugno 2014

Treni e Stazioni

"Alla stazione Ada mi porse la guancia al bacio fraterno".
"Poi mentre il treno correva, seduto accanto ad Augusta, dubitai di non aver fatto bene":
"Avevo una tale fede in quella salute che mi pareva non potesse perire che sfracellata sotto un treno in corsa".
"Aspettammo sulla banchina la partenza del treno".
"Quando il treno in punto a mezzodì entrò in stazione..."




Questi sono alcuni dei riferimenti ai treni riscontrabili all'interno della Coscienza di Zeno a partire dalla fine del capitolo quinto "La storia del mio matrimonio".
Per ulteriori informazioni riguardanti questo argomento, consiglio di visitare la seguente pagina:

http://it.wikipedia.org/wiki/Treno

A presto!

L'Orologio

"Egli allora faceva un proposito che diceva ferreo perché, per materiallizarlo, lo accompagnava con un nodo ch'egli allacciava alla catena di metallo del suo orologio".

La citazione è tratta dal capitolo sesto "La moglie e l'amante" in cui Zeno racconta delle sue vicissitudini amorose e delle sue abitudini libertine successive al matrimonio con Augusta.



 
 
 

Per approfondire meglio il tema dell'orologeria lascio al lettore un link:

http://it.wikipedia.org/wiki/Orologio

domenica 18 maggio 2014

Il Telaio

"Molto confusamente mi ricordo delle tante e tante sere che passammo insieme. La scena che si ripeté all'infinito, s'impresse nella mia mente così: tutt'e quattro eravamo seduti intorno al fine tavolo veneziano su cui ardeva una grande lampada a petrolio coperta da uno schermo di stoffa verde che metteva tutto nell'ombra, meno i lavori di ricamo cui le due fanciulle attendevano, Ada su un fazzoletto di seta che teneva libero in mano, Augusto su un piccolo telaio rotondo".

Sono costretta a citare nuovamente questo passo (a cui avevo già dedicato il post precedente) poiché non vi è un unico riferimento alla tecnologia.

Oltre alla lampada a petrolio infatti, si parla anche di un telaio.
Il telaio è la macchina utilizzata per la produzione di tessuti, ottenuti tramite opportuno intreccio di due serie di fili tra loro perpendicolari, denominati trama ed ordito.

La storia della tessitura segue passo passo quella dell'umanità, cercando di soddisfare le sue esigenze materiali l'uomo costruisce macchinari sempre più complessi, sino ad arrivare al punto, durante la rivoluzione industriale in cui le macchine condizionano e determinano la vita di un'ampia fascia della popolazione europea occupata nel settore tessile.

Esistono diversi tipi di telai, ovviamente più o meno moderni ed efficienti, che hanno accompagnato lo sviluppo tecnologico dell'umanità. I più noti sono:

  • Il telaio a pesi è quello usato fin dalla preistoria, ed è costituito da pietre, o pesi, che tengono dritti i fili di ordito.
  • Il telaio verticale viene a tutt'oggi utilizzato in Asia Minore e nel Nord Africa per la tessitura dei tappeti e dagli indiani Navajo per confezionare la loro famose coperte.
  • I telai artigianali sono costruiti in legno e richiedono un lavoro manuale identico a quello dell'antichità.
  • In Sud America il telaio tradizionale è a tensione, la tensione dell'ordito viene ottenuta dal tessitore tirando col peso del proprio corpo i fili che vengono legati a un punto fisso (albero o chiodo).
  • Per la tessitura degli arazzi se ne usano due tipi: il telaio ad alto liccio e il telaio a basso liccio.
  • Oggi si usano, per l'hobbystica, piccoli telai chiamati a pettine liccio, dove la funzione di apertura del passo e di battitura viene svolta da un solo attrezzo il pettine liccio appunto, questi telai permettono di produrre solamente tela.
  • Il telaio a spoletta volante o navetta lanciata possiede sul portapettine un dispositivo che lancia meccanicamente la spoletta, velocizzando il lavoro e permettendo ad un solo tessitore la produzione di tessuti con ampio fronte.
  • Il telaio Jacquard è un telaio dove al posto dei licci vi è un'incastellatura con cartoni forati che, permettendo il movimento di ogni singolo filo secondo il disegno del cartone, permette l'esecuzione di complessi disegni e intrecci sul tessuto.
Da http://it.wikipedia.org/wiki/Telaio_(tessitura)

Ci vediamo nel prossimo post!!

Lampada a petrolio

"Molto confusamente mi ricordo delle tante e tante sere che passammo insieme. La scena che si ripeté all'infinito, s'impresse nella mia mente così: tutt'e quattro eravamo seduti intorno al fine tavolo veneziano su cui ardeva una grande lampada a petrolio coperta da uno schermo di stoffa verde che metteva tutto nell'ombra, meno i lavori di ricamo cui le due fanciulle attendevano, Ada su un fazzoletto di seta che teneva libero in mano, Augusto su un piccolo telaio rotondo".

Zeno dopo aver ricevuto un netto ed accorato rifiuto da parte di Ada e uno più cordiale da parte di Alberta, decide di chiedere la mano ad Augusta poiché l'idea di diventare un estraneo per la sua amata lo ferisce eccessivamente.

La notizia viene accolta con felicità da parte di tutta la famiglia Malfenti, Ada compresa, che benedice la nuova coppia con le seguenti parole: "Sappiatelo: giammai un uomo che creda di aver fatta una cosa con precipitazione, ha agito più saviamente di voi".

In questo passo troviamo un riferimento alla lampada a cherosene o lampada a petrolio ovvero un sistema di illuminazione che sfrutta come fonte di energia la combustione del cherosene.
La lampada è composta da un bulbo contenente il combustibile, uno stoppino che va dal bulbo all'esterno e un "copri lampada" aperto di vetro che permette quindi il passaggio dell'ossigeno.
Durante la combustione il cherosene risale lungo le fibre dello stoppino per capillarità garantendo così un rifornimento costante di combustibile alla fiamma. In passato, prima della scoperta della raffinazione del petrolio, si usavano oli vegetali o di balena (i quali producevano molto fumo e poca luce). La produzione di lampade a petrolio avvenne dal 1859 agli inizi degli anni cinquanta (dopo si diffuse l'illuminazione elettrica), oggi per alimentare queste lampade non si usa più il petrolio (nocivo e pericoloso) ma degli oli di paraffina profumati.

 Da Wikipedia

Lascio come di consuetudine un paio di link per i lettori più volenterosi:
 

Il Tram

"Giovanni aveva raccontato che nel tram sul quale era rincasato, aveva assistito ad una scena penosa. Una donna ne era scesa quando il veicolo era ancora in movimento tanto malamente da cadere e ferirsi".

"Io ebbi una trovata. Raccontai che per quelle vertigini che in passato m'avevano fatto soffrire, avevo scoperto un rimedio. Quando vedevo un ginnasta fare i suoi esercizi troppo in alto, o quando assistevo alla discesa da un tram in corsa di un persona troppo vecchia o poco abile, mi liberavo da ogni ansia augurando loro dei malanni".

Entrambe le citazioni sono nuovamente tratte dal capitolo  "La storia del mio matrimonio".
Come ho già anticipato nel post precedente, in questo capitolo Zeno tenta disperatamente di far breccia nel cuore di Ada pur consapevole che ormai la ragazza è perdutamente innamorata di Guido Speier, un ricco ed affascinante giovane imprenditore, peraltro abilissimo suonatore di violino.
Si reca dunque ad una seduta spiritica organizzata in casa Malfenti insieme al suo rivale in amore dove per errore si dichiara ad Augusta, la meno attraente tra le figlie di Giovanni, che tuttavia, a differenza di Ada, prova un forte sentimento nei confronti di Cosini. Quest'ultimo dunque non solo non raggiunge il suo scopo, ma inoltre i suoi atteggiamenti eccessivamente scherzosi ed infantili infastidiscono la bella quanto seria Ada.

Come è intuibile da titolo del post, l'innovazione tecnologica che analizzerò è rappresentata dal tram;
Il tram è un mezzo di trasporto su rotaia, tipico ma non esclusivo nel trasporto pubblico urbano, atto alla circolazione su infrastrutture tranviarie ove la circolazione avviene in regime di marcia a vista.
Un tram è sostanzialmente un veicolo ferroviario per trasporto di persone di costruzione leggera, adatto alla circolazione ed all'effettuazione del servizio sia in sede propria che in sede promiscua (ossia nel piano stradale su cui circolano altri veicoli a guida non vincolata), ed in generale ad essere condotto in regime di marcia a vista; si differenzia da un autobus per il fatto di essere a guida vincolata tramite rotaie. Può essere munito di qualsiasi tipo di motore, a vapore, termico o elettrico

Le prime tranvie erano delle linee ferrate a trazione ippica. Nel secolo XIX la linea percorsa dai tram a cavallo veniva chiamata ippovia. La prima tranvia a cavalli venne aperta in Inghilterra l'11 settembre 1795 a Crich, nel Derbyshire.


Lo sviluppo delle tranvie è quindi iniziato con trazione equina e veicoli muniti di ruote circolanti su binari; si trattava tutto sommato di carri o carrozze su rotaie ma i rotabili tranviari veri e propri iniziarono invece con le prime tranvie a vapore La prima tranvia a vapore tedesca fu quella di Kassel del 1877. La prima tranvia elettrica del mondo entrò in servizio il 16 maggio 1881 a Lichterfelde (oggi quartiere di Berlino). L'alimentazione elettrica del motore di 3,7 kilowatt avveniva a bassa tensione su entrambi i binari.




. (da Wikipedia).

Per ulteriori informazioni:
http://xoomer.virgilio.it/paozan/TRELE/index.html
http://it.wikipedia.org/wiki/Tranvia#Storia
http://it.wikipedia.org/wiki/Tram

Ci vediamo nel prossimo post!!

domenica 11 maggio 2014

Illuminazione a gas

"Alla mezzanotte o poco prima, nel salotto si spegnevano le lumi. Scappavo pel timore di essere scorto da qualche visitatore che allora doveva lasciare la casa".

"A tarda notte ero ritornato a casa e invece che coricarmi m'ero recato nel mio studio ove avevo acceso il gas".

Entrambi i riferimenti all'utilizzo del gas come fonte di illuminazione sono riscontrabili nel capitolo cinque intitolato "La storia del mio matrimonio" in cui Zeno racconta gli sforzi da lui perseguiti per ingraziarsi la bella Ada, figlia dell'amico Giovanni Malfenti (di cui ho già parlato nel post precedente) ma che culminano tuttavia nel matrimonio con un'altra delle quattro figlie dell'imprenditore ovvero Augusta, assai meno piacente della sorella ma sicuramente innamorata di Cosini.

Un ulteriore riferimento all'illuminazione a gas lo troviamo più in là con la lettura in particolare nel capitolo sette "Un' associazione", più precisamente:

"Aprimmo l'ufficio; poi, a tastoni nell'oscurità, trovammo la via alla nostra stanza e raggiungemmo il gas per accenderlo"
 
 L'illuminazione a gas è una tecnologia che produce luce da un combustibile gassoso come l'idrogeno, il metano, il monossido di carbonio, il propano, il butano, l'acetilene o l'etilene.
Prima che l'elettricità fosse sufficientemente diffusa ed economica per consentire un uso pubblico generale, il gas era la tecnica più popolare di illuminazione nella città e nei sobborghi.
Originariamente le lampade a gas dovevano essere accese manualmente, ma presto furono adottate lampade ad accensione automatica.
L'illuminazione a gas è oggi tipicamente usata per il campeggio, per produrre una luce intensa e di lunga durata in modo economico e senza ricorrere ad apparecchi complessi. (da Wikipedia).

Per maggiori informazioni lascio come di consuetudine dei link:

http://it.wikipedia.org/wiki/Illuminazione_a_gas
http://www.hevelius.it/webzine/leggi.php?codice=122

A presto!



lunedì 28 aprile 2014

La Fabbrica di Zucchero

"Possedevamo io e lui da vario tempo delle azioni di una fabbrica di zucchero dalla quale si attendevano miracoli. Invece le azioni si ribassavano, tenuemente, ma ogni giorno, e Giovanni, che non intendeva nuotare contro corrente, si disfece delle sue e mi convinse di vendere le mie".

In questo passo, contenuto nel capitolo "La storia del mio matrimonio", in cui troviamo un riferimento ad una fabbrica da zucchero nei quali il protagonista ed il futuro suocero, Giovanni Malfenti, investono. Malfenti decide tuttavia di vendere le azioni della fabbrica e induce l'amico Zeno a fare altrettanto. Tuttavia Zeno si dimentica di seguire il suggerimento fino a che scopre che il valore delle suddette azioni raddoppia. Il colpa di fortuna tuttavia non porta i risultati sperati poiché poco dopo il protagonista afferma che "era tanto più divertente qand'egli danneggiava me".

La prima fabbrica moderna fu probabilmente la Cromford Mill di  Richard Arkwright.
Egli fu un imprenditore e ingegnere britannico a cui si deve il brevetto del primo filatoio automatico (anche se gli fu contestato da un contemporaneo. Diede vita inizialmente ad un fabbrica e in seguito ad uno stabilimento in cui reclutò come manodopera donne e bambini.

Uno zuccherificio è una fabbrica dedita alla produzione di zucchero tramite depurazione, cristallizzazione e raffinazione degli estratti acquosi della canna da zucchero o della barbabietola. Lo zucchero greggio viene depurato nella raffineria, che è un impianto quasi sempre annesso allo stesso zuccherificio. (da Wikipedia).

Per avere maggiori informazioni riguardo alla produzione industriale dello zucchero, vi invito a visitare la seguente pagina:

http://it.wikipedia.org/wiki/Produzione_dello_zucchero#Impianti_di_produzione

Inoltre per informazioni più dettagliate riguardo alla principale società saccarifera presente in suolo italiano suggerisco di visitare la pagina dell' Eridania Sadam (in basso il link).

http://www.eridaniasadam.com/nqcontent.cfm?a_id=1107


Un salto nel passato

Ho deciso di dedicare questo post ad una brevissima digressione a titolo puramente informativo.
La seguente immagine mostra il frontespizio dell'edizione del 1923 de "La Coscienza di Zeno" pubblicato dall'editore Cappelli .

venerdì 11 aprile 2014

Autovetture

Numerosissimi sono i riferimenti alle prime forme di autovetture all'interno de " La coscienza di Zeno".
Il primo lo troviamo nel capitolo riguardante la morte del padre della voce narrante. Il dottore Coprosich infatti, medico curante del padre di Zeno, colpito da un malore, afferma di  "aver dovuto venire a piedi perché a causa del violento uragano, non aveva trovato una vettura".

Dopo i primi prototipi di automobili ideati dall' eclettico a Leonardo Da Vinci in epoca Rinascimentale (mai costruiti) e nel Settecento da Cugnot (basati sul vapore), l'automobile come mezzo di trasporto valido e alternativo alla trazione animale si affermò nell'Ottocento.
Per la sua propulsione furono utilizzati numerosi e diversi motori con vari sistemi di alimentazione finché, dopo la prima guerra mondiale, il motore endotermico e la benzina si imposero dovunque su tutti gli altri.
Anche esteticamente l'automobile si sviluppò dai primi carri e carrozze direttamente derivati dai veicoli trainati dai cavalli verso forme sempre più autonome, tendenti da un lato a sfruttare le caratteristiche aerodinamiche del mezzo e dall'altro a fornire sempre maggior comfort ai passeggeri.

 Per ulteriori informazioni visitare la pagina:  http://it.wikipedia.org/wiki/Autovettura. (fonte di queste informazioni).
 Tuttavia, nell'epoca in cui è ambientato il racconto, le carrozze come mezzo di trasporto non erano ancora state abbandonate. Vengono infatti spesso citate:

"Entrai nel giardino che circonda la nostra villa. A questa si accedeva per una breve strada carrozzabile".

"All'altezza dei volti di Chiozza, vidi in lontananza il convoglio e mi parve persino di riconoscere la carrozza di un amico mandata al funerale per Ada".

Per ulteriori informazioni riguardanti la carrozza come mezzo di trasporto: http://it.wikipedia.org/wiki/Carrozza


                    
                     





L' Elettroshock

"Ero andato da quel medico perché m'era stato detto che guariva le malattie nervose con l'elettricità. Io pensai di poter ricavare dall'elettricità la forza che occorreva per lasciare il fumo".
In questo capitolo Zeno riporta i molteplici quanto vani tentativi da lui perseguiti per abbandonare definitivamente il vizio del fumo.
Dalla lettura del suddetto capitolo tuttavia si evince che la reale "malattia" di Zeno non è il tabagismo, ma la sua incapacità di tener fede agli impegni e di assumersi le proprie responsabilità, colpevolizzandosi e analizzando i propri comportamenti scorretti.
Zeno si rivolge quindi ad un medico noto per guarire i disturbi dei propri pazienti attraverso l'utilizzo di scariche di corrente elettrica.
Egli sottopose il protagonista a ben settanta applicazioni elettriche e, come ammette lo stesso Zeno, "avrebbero continuato tuttora se io non avessi giudicato di averne avute abbastanza".
Si tratta senza dubbio di un'applicazione in campo medico innovativa e a tratti precorrente i tempi:

la terapia elettroconvulsivante (TEC) infatti, comunemente nota come elettroshock, è una tecnica terapeutica, basata sull'induzione di convulsioni nel paziente successivamente al passaggio di una corrente elettrica attraverso il cervello. La terapia fu sviluppata e introdotta negli anni trenta dai neurologi italiani Ugo Cerletti e Lucio Bini.

giovedì 10 aprile 2014

La Locomotiva

"Mercé la matita che ho in mano, resto desto, oggi. Vedo, intravvedo delle immagini bizzarre che non possono avere nessuna relazione col mio passato: ­una locomotiva che sbuffa su una salita trascinando delle innumerevoli vetture; chissà donde venga e dove vada e perché sia ora capitata qui!".
Questa frase è tratta dal preambolo del libro, in cui Zeno tenta di rievocare e successivamente organizzare i ricordi che dovranno essere raccolti nel memoriale indirizzato al dottor S.
Risulta fondamentale ai fini del blog porre l'accento iniziale sul riferimento alla locomotiva; Zeno nel tentativo di far riaffiorare i primi momenti della sua infanzia riesce solo ad avere nitida nella mente l'immagine di una locomotiva che trascina altri mezzi.
Un secondo riferimento a questo mezzo di trasporto è riscontrabile nel capitolo in cui Zeno racconta del malore avuto da padre con la conseguente visita del dottor Coprovich.

Il protagonista, in particolare, paragona l'asmatico e boccheggiante respiro del padre ad una “locomotiva che trascina una sequela di vagoni per un’erta”. È quindi immediato creare un collegamento tra i due episodi; il legame di Zeno col padre è tale da essere il primo pensiero che emerge durante il suo processo di autoanalisi.

La locomotiva è il rotabile ferroviario munito di motore che viene usato per il traino di un treno e che fece la sua prima apparizione durante gli anni della Rivoluzione Industriale grazie all'inventore  inglese Richard Trevithick, che nel febbraio 1804 costruì la prima locomotiva a vapore funzionante per la miniera di Pennydarren nel Galles.
La locomotiva a vapore è quella macchina che serve a trainare veicoli per trasporto di merci o di viaggiatori sulle strade ferrate che utilizza per la propulsione un motore a vapore. La base teorica del funzionamento del motore a vapore è la termodinamica che ha avuto come primo oggetto di studio proprio il motore a vapore nelle sue diverse applicazioni.


giovedì 3 aprile 2014

Contesto Storico e Culturale

Prima di accingermi ad esaminare i diversi richiami ai progressi tecnologici rilevabili all'interno dell'opera sveviana, ritengo sia utile impiegare un post per meglio definire il contesto storico e culturale in cui sono ambientate le travagliate vicissitudini di Zeno Cosini.
Il romanzo è ambientato a Trieste, "una città di confine, crogiolo in cui convergono tre civiltà; quella italiana, quella tedesca e quella slava, senza considerare il consistente apporto ebraico" (Guido Baldi, La Letteratura, Paravia), a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento.
Nell'opera sono riscontrabili le diverse suggestioni culturali che influenzarono la formazione di Svevo; numerosi sono i riferimenti alle ideologie di stampo marxista incentrate sull'analisi sociologica dei conflitti di classe che pervadono il mondo moderno e alla presa di coscienza del fatto che questa realtà di classi influenzi imprescindibilmente ogni fenomeno umano, soprattutto a livello psicologico.


Non mancano inoltre gli spunti critici tratti dalle opere di Nietzsche, Schopenhauer, Darwin e Flaubert, autori ai quali Svevo si accostò da autodidatta e che lo portarono di elaborare una concezione pessimistica della condizione umana; Zeno, infatti, rappresenta l'inetto costretto a vivere in una condizione di impotenza sociale arida e mortificante.
Svevo tuttavia non si limita a descrivere la psicologia del personaggio, ma individua le cause di questa aberrante dimensione nei processi di declassazione sociale affrontati  dagli intellettuali del suo tempo.
La Coscienza di Zeno fu pubblicato da Svevo venticinque anni dopo il suo ultimo romanzo, Senilità, nel 1923.
Curiosamente, i riferimenti alle vicende storiche di quel periodo sono piuttosto rari e si presentano con maggiore intensità solo nell'ultima parte dell'autoanalisi di Zeno in cui si allude al cataclisma della Prima Guerra Mondiale.
A seguito riporto il link di alcuni video che oltre a riportare la sintesi del romanzo, analizzano il pensiero sveviano e le influenze ricevute dall'emergere di nuove correnti filosofiche di inizio novecento che segnarono un punto di rottura con le ottocentesche e ottimistiche teorie positiviste:

https://www.youtube.com/watch?v=dakpeDizkyY

https://www.youtube.com/watch?v=DUpp7fcJ6oA

https://www.youtube.com/watch?v=LVQzcWBAcAI







martedì 1 aprile 2014

Introduzione

Un caloroso saluto a tutti i lettori!
Il primo post del mio neonato blog sarà dedicato all'esposizione delle motivazioni che mi hanno portata a dedicarmi a tale attività.
Sono una studentessa del Politecnico di Torino e per il corso di Storia della Tecnologia mi è stato richiesto dal professore Vittorio Marchis di mantenere vivo un web-log che raccogliesse i più o meno celati riferimenti alle innovazioni tecnologiche riscontrabili all'interno di uno dei libri proposti dal professore stesso.
Con mio grande piacere ho avuto la possibilità di leggere nuovamente ed analizzare "La coscienza di Zeno", capolavoro della letteratura italiana pubblicato nel 1923 da Italo Svevo, che si presenta sotto forma di un diario psicologico redatto dal protagonista stesso, Zeno Cosini; questa confessione autobiografica ha lo scopo di aiutare il suo psicanalista, il dottor S., a guarire Zeno dalle sensazioni di malessere e inettitudine che lo attanagliano sin dalla prima giovinezza e che compromettono i suoi rapporti con amici e famigliari.
Onde evitare di "inquinare" ulteriormente il web con informazioni ridondanti e talvolta superflue, inserisco alcuni link in cui i lettori potranno, se interessati, ottenere maggiori informazioni riguardo alla biografia dell'autore e approfondire la trama e le tematiche chiave dell'opera:

http://it.wikipedia.org/wiki/Italo_Svevo

http://it.wikipedia.org/wiki/La_coscienza_di_Zeno

http://cultura.blogosfere.it/2011/07/la-coscienza-di-zeno-riassunto-e-analisi-del-testo-del-capolavoro-di-italo-svevo.html